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In evidenza
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In collaborazione con #Giffoni54
"Mille volte ho detto che non ce
l'ho con questo Governo e con i partiti che lo sorreggono. Sono
amico di tanti ministri e godo del privilegio della loro
attenzione, ma il ministro Sangiuliano ha voluto colpire Giffoni
solo perché, nel momento in cui si paventava l'ipotesi di non
avere i fondi per il 2024, ho preso una posizione netta e chiara
con la mia Regione e con il suo presidente Vincenzo De Luca". Il
fondatore del festival di Giffoni, Claudio Gubitosi, ha lasciato
Roma dopo due giorni di sit-in all'esterno del Mic chiedendo
inutilmente un colloquio con Sangiuliano, e in una lettera
aperta torna sui motivi della protesta in relazione al taglio
dei fondi per la rassegna.
"Devo stare zitto? Aspettare? Licenziare centinaia di
persone? Chiudere un'azienda leader nel mondo? Distruggere
l'economia di un territorio così faticosamente sviluppatasi in
oltre mezzo secolo? Come lo spiego ai ragazzi? Forse il ministro
avrebbe preferito far fare anche una brutta figura all'Italia
nel mondo e noi ci siamo tutti sacrificati perché ciò non
avvenisse. È tempo quindi di ripensare al posizionamento di
Giffoni nell'ambito dei fondi statali, per assicurare ancora di
più stabilità, continuità, crescita e ulteriore sviluppo. Più
volte ho detto che con la cultura non si fanno battaglie e
questo è il momento in cui le parti in causa sono chiamate a
ragionare, a capire e a trovare intese. Quello che sto chiedendo
al ministro Sangiuliano da due anni, durante i quali cerco di
incontrarlo e non ci sono mai riuscito. Non mi stupisce che lui
non mi abbia voluto incontrare in questi due giorni romani. Mi
sembra molto imbarazzante che io debba spiegare che cos'è
veramente Giffoni e come e in che modo esercita la sua funzione
nella vita di milioni di ragazze e di ragazzi, nel contesto
culturale italiano e internazionale", conclude Gubitosi.
In collaborazione con #Giffoni54
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