Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
In collaborazione con #Giffoni54
"Non è semplice da
spiegare perché si può parlare senza infingimenti di un
tradimento di quello che è stato il lavoro di Falcone e
Borsellino". Lo dice all'ANSA il sostituto procuratore generale
di Caltanissetta Gaetano Bono, classe 1983 il più giovane in
servizio in Italia, che oggi incontrerà i ragazzi del festival
di Giffoni.
"Quello che io cerco di dire sempre - spiega - specialmente
quando mi confronto con i ragazzi è che la straordinarietà del
lavoro di Falcone e Borsellino, degli altri magistrati, dei
poliziotti dei carabinieri, dei finanzieri del pool, è proprio
la loro ordiniarietà. Loro non facevano altro che il loro
dovere, facevano le indagini, istruivano i processi e per questo
sono stati assassinati dalla mafia". E aggiunge amaramente: "Ci
si sarebbe aspettati da parte dello Stato il massimo sforzo
possibile per addivenire alla verità e invece purtroppo dopo
oltre 32 anni ci sono ancora delle zone grigie, delle zone
d'ombra che non si riescono a dissipare".
Ma Bono invita a guardare anche la forte eredità dei due
magistrati uccisi: "Questo - dice - è un aspetto sicuramente
negativo, però è preferibile guardare anche al positivo. Dopo 32
anni ci sono generazioni sempre nuove, sempre più giovani,
ragazzi nati degli anni 2000 che ci chiedono e che conoscono
Falcone e Borsellino e per loro già rappresentano un punto di
riferimento. E questa è davvero una cosa straordinaria".
In collaborazione con #Giffoni54
Ultima ora