Il Maschio Angioino di Napoli
accoglie Cuba Performativa. Giovedì 31 ottobre (ore 18) si
inaugurano le mostre "Tonel. La historia en paños rojos" e
"Videoarte cubana tra evasione e introspezione", che rientrano
nel progetto "Cuba performativa", ideato e curato da Giacomo
Zaza, prodotto da Andrea Aragosa per Black Tarantella e Balck
Art, con il patrocinio del Comune e la collaborazione
dell'Università L'Orientale e del Canada Council for the Arts.
Le mostre si potranno visitare fino al 20 dicembre, dal lunedì
al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.
Cuba performativa, sottolineano gli organizzatori, "è un
progetto sull'arte cubana contemporanea, inedito per Napoli, che
attraverso due mostre congiunte seleziona alcuni artisti
rappresentativi della ricerca intermediale dagli anni Ottanta a
oggi". Il versante d'indagine che emerge è duplice: "Da una
parte un approccio sociale e antropologico, dall'altra
un'elaborazione narrativa fantasiosa e ironica, che offre una
visione identitaria multiculturale e transnazionale".
La prima personale di Tonel a Napoli, La historia en paños
rojos, realizzata con il sostegno del Canada Council for the
Arts, presenta un nucleo di opere inerenti gli ultimi vent'anni.
Il titolo fa riferimento all'opera La Historia (siempre se
envuelve a sí misma en paños rojos), alludendo all'idea che
tanto la storia quanto la finzione ci vengono presentate come
narrazioni. Tonel (Antonio Eligio Fernández), sviluppa una
particolare visione dell'essere umano, della società e delle sue
interconnessioni. Frequenta la Storia e la memoria (collettiva e
personale), con rimandi e allusioni al periodo della Guerra
Fredda, tra la metà e la fine del secolo scorso. Tonel, si
evidenzia, "invita lo spettatore a una lenta e attenta
esplorazione di un universo fantasioso, ricco di temi e motivi
narrativi, ricordandoci però, a lettere cubitali, che El tiempo
no es dinero. E che dunque bisogna uscire dalla 'colonizzazione'
della vita da parte delle logiche dell'economia".
Attraverso disegni, libri d'artista, installazioni con
tondini di ferro, assemblaggi oggettuali, sculture di legno,
l'artista cubano conduce un viaggio intermediale che produce
deviazioni simboliche, scenari ludici, parodistici, ma anche
incessanti associazioni poetiche.
La seconda mostra intitolata Videoarte cubana tra evasione e
introspezione, invece, si sofferma su alcune esperienze di
sperimentazione video da Cuba, protagoniste della ricerca
contemporanea dentro e fuori dell'isola. Tredici artisti
contemporanei, attivi dagli anni Ottanta e Novanta (Juan Carlos
Alom, María Magdalena Campos-Pons, Luis Gómez Armenteros, Tony
Labat, Ernesto Leal, Sandra Ramos, Lázaro Saavedra) all'ultimo
trentennio (Liudmila & Nelson, Javier Castro, Susana Pilar
Delahante Matienzo, Glenda León, Grethell Rasúa), affermano lo
sguardo empatico e pulsante della pratica video cubana. "Uno
sguardo rivolto tanto ai registri immaginari e fantasiosi,
quanto ai contesti urbani (le strade dell'Avana), ai
comportamenti e alle abitudini, alle vicissitudini e ai desideri
che legano l'individuo al gruppo. Che si sofferma sulle melodie
e sulle sonorità tipiche: i ritmi afrocubani e i numerosi generi
musicali, dalla timba al reggaeton" concludono gli
organizzatori.
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