"Questa manifestazione nasce da un
appello che sottolinea la nostra indignazione contro
l'escalation bellica in Palestina e l'allargamento del conflitto
a livello regionale. Vogliamo portare al G7 la protesta con una
larga partecipazione democratica". Lo ha detto Chiara Capretti
della Rete Napoli contro la Guerra, che spiega anche che per il
corteo previsto per le vie della città "oggi ci è arrivata una
prescrizione che a mio avviso è una provocazione da parte della
gestione attuale del governo Meloni che nei fatti impedisce lo
svolgimento del corteo".
Chiara Capretti, insieme ai compagni in Piazza del Plebiscito
mostra le lettera ricevuta dalle associazioni che non potranno
raggiungere piazza Plebiscito, dove al Palazzo reale ci sarà il
G7 della Difesa da venerdì a domenica, ma dovranno fermarsi in
Piazza Bovio. "Non c'è spazio - spiega Capretti - per i
manifestanti che vogliono dire no alla guerra ma noi questo
divieto lo rigettiamo. Partiamo da Piazza Garibaldi in corteo e
vogliamo arrivare verso Palazzo Reale, questo è il messaggio che
diamo al governo Meloni e che vale non solo per oggi ma per
tutte le altre occasioni in cui sarà necessario far sentire la
nostra voce nelle piazze, perché il diritto alla protesta è un
diritto garantito se ci vogliamo ancora definire un paese
democratico".
La manifestante sottolinea che "il limite che ci viene posto
è in Piazza Borsa a mezz'ora di cammino da Piazza Garibaldi e
distante da Palazzo Reale". Nella lettera spiegano che
'l'eventuale spostamento dei manifestanti verso Palazzo Reale
può determinare gravi turbative all'ordine, alla sicurezza
pubblica e rischi per l'incolumità dei partecipanti. La questura
quindi senza nemmeno aver visto la partecipazione e la
composizione del corteo ha già deciso che c'è un problema della
sicurezza. Noi oggi diciamo chiaramente che se questa è la
modalità in cui intendono violare ogni giorno i nostri diritti
costituzionali siamo pur certi che questo è esattamente il modo
migliore per una partecipazione democratica di resistenza per
difendere i nostri diritti".
"Noi non annunciamo nessuna forzatura - ha aggiunto Davide
Dioguardi - ma la determinazione di arrivare fino a dove si
tiene questo summit del G7. Noi proveremo ad arrivare a Palazzo
Reale e crediamo che i comitati, le associazioni, i centri
sociali, le realtà di base dei sindacati abbiano diritto di
denunciare lo stato di guerra in cui ci muoviamo".
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