"Finchè c'è gente che muore di
fame, la camorra non morirà". Lo ha detto il parroco di Caivano
(Napoli), don Maurizio Patriciello, nel corso dell'audizione in
Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di
sicurezza e sullo stato di degrado delle città, di cui è
consulente, rispondendo ai deputati della commissione che gli
chiedevano se il modello attuato può essere esportato altrove.
"Molte persone sono venute da me a chiedere se potevano
lavorare nella ristrutturazione del centro 'Pino Daniele' - ha
aggiunto - e bisognerebbe avere il coraggio anche di distinguere
tra chi vuole delinquere e chi è costretto a farlo per
necessità. Ora abbiamo un gioiello, che sta attirando tante
persone, ma si deve pensare anche al futuro, a preservare questo
bene che fino allo scorso anno era una discarica. Dobbiamo fare
in modo che non sia più abbandonato".
Don Patriciello ha anche sottolineato che ora a Caivano c'è
l'emergenza abitazioni. "Le persone se la prendono con me - ha
spiegato - per 40 anni nessuno sembra si sia accorto che c'erano
250 famiglie che occupavano un intero quartiere. Poi a febbraio
mi hanno detto che sarebbero state sfrattate e non ho dormito. E
sapete chi dobbiamo ringraziare se la situazione non è
degenerata? Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, che ha
affrontato una marea di persone arrabbiatissime. Ora qualcuno
dovrà lasciare quelle abitazioni realizzate male, che negli anni
ha sistemato, ma non dovranno andare via tutti. Ecco come stanno
le cose a Caivano. Abbiamo scalato il primo gradino, ma la scala
è lunga".
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