L'acqua sarà erogata "senza
restrizioni fino al mese di giugno 2025" nei 29 comuni della
Basilicata - fra i quali il capoluogo di regione, Potenza, per
un totale di circa 145 mila abitanti - "se le previsioni di
aumento della disponibilità del bacino della Camastra saranno
confermate": è uno dei passaggi più significativi della
relazione consegnata dal commissario all'emergenza e presidente
della Regione, Vito Bardi, a margine di un'audizione in una
riunione congiunta delle Commissioni Bilancio e Ambiente della
Camera dei Deputati.
In video-collegamento da Potenza, Bardi ha anche fornito "un
riepilogo dettagliato" dei costi sostenuti per affrontare
l'emergenza, che sono stati pari a 3,8 milioni di euro (3,6 da
parte di Acquedotto lucano e oltre 200 mila euro da parte della
protezione civile). Guardando agli interventi da realizzare per
evitare che l'emergenza si ripresenti, Bardi ha illustrato
interventi - per un totale di 36,3 milioni di euro - definiti
"fondamentali per garantire la sicurezza, l'efficienza e la
resilienza del sistema idrico". Tali interventi interessano
diverse strutture del sistema idrico lucano, già esistenti o da
realizzare.
Nella prima parte della relazione, il commissario ha spiegato
l'origine dell'emergenza. La prima fase è cominciata nel giugno
2024, seguita da situazioni in aggravamento, fino alla
realizzazione di una "derivazione" per prelevare acqua dal fiume
Basento, "che ha permesso di mantenere un'erogazione idrica di
otto-12 ore giornaliere, mitigando l'impatto della crisi su
cittadini e infrastrutture critiche". Di recente - grazie alla
precipitazioni atmosferiche, anche nevose - la situazione ha
subito un "netto miglioramento": dalla diga della Camastra si
possono prelevare circa 600 litri di acqua al secondo e ciò ha
portato alla fine delle restrizioni. L'emergenza appena passata
va comunque inserita - ha detto Bardi - nel "contesto
idrometeorologico eccezionalmente negativo del 2024", con una
forte riduzione della portata delle sorgenti e il "quadro
allarmante" rappresentato dalla dispersione di acqua dalle reti
(che ha raggiunto il 53 per cento), che in Basilicata hanno una
lunghezza totale di 13 mila chilometri, "data la particolare
orografia del territorio". A complicare la situazione si sono
aggiunti l'interrimento nella diga della Camastra e
"l'impossibilità" di utilizzare tutta la capacità dell'invaso,
progettato per contenere 32 milioni di metri cubi ma "costretto"
a custodirne solo 9,3 milioni. Una delle prime misure adottate
ha riguardato interventi per portare il "volume di utilizzazione
a circa 11,5 milioni di metri cubi".
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