Salame, per trent'anni a capo dell'istituto di via Hamra, è stato incriminato in Libano e in diversi paesi europei per presunti illeciti finanziari. E da più parti è indicato come uno dei corresponsabili della crisi finanziaria scoppiata nel 2019.
L'elezione di Souhaid arriva in un momento in cui il Libano cerca di rialzare la testa dopo cinque anni dall'inizio di quella crisi aggravata dalla pandemia, dalla guerra nella vicina Siria e dalla recente guerra con Israele. Il nuovo governatore della Banca centrale dovrà guidare, tra le altre cose, il nuovo ciclo di discussioni tra Libano e Fondo monetario internazionale per far sì che il paese aderisca a un programma di assistenza, condizionato però all'attuazione di una serie di riforme istituzionali, politiche e finanziarie attese da anni.
L'accordo col Fondo monetario internazionale, affermano i media, faciliterebbe anche il compito del paese di raccogliere, tra gli altri, gli undici miliardi di dollari stimati come necessari per la ricostruzione delle aree distrutte dalla guerra con Israele. (ANSAmed).
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