All'epoca i superstiti accusarono la Guardia Costiera greca di non essere intervenuta in aiuto e, anzi, di aver contribuito a far colare a picco l'imbarcazione con una serie di manovre dissuasive condotte attorno ad essa. Mentre le autorità elleniche negarono tutto, sostenendo che i soccorsi furono di fatto rifiutati poiché l'equipaggio e le persone a bordo fecero sapere via radio di voler raggiungere l'Italia e di non avere intenzione di fermarsi in Grecia.
Ricostruzione messa in dubbio ora dalla registrazione di una telefonata attribuita a un anonimo funzionario del centro di coordinamento greco dei soccorsi il quale - nella comunicazione fatta ascoltare dall'emittente britannica - sembra in realtà sollecitare il comandante a rigettare l'aiuto di un'altra nave in avvicinamento, ad assicurare di non trovarsi in pericolo e ad affermare di essere volontariamente diretto in Italia.
Indicazione che il capitano accoglie, rispondendo di voler dire d'avere chiesto con un megafono ai migranti se desiderassero andare "in Italia o in Grecia" e udito un coro di voci rispondere: "Italia". (ANSAmed).
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