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ANSAcom - In collaborazione con Regione Valle d’Aosta
Monitoraggio, conoscenza e sperimentazione: sono le parole chiave con cui la Valle d’Aosta affronta la sfida del cambiamento climatico e dei suoi effetti sul territorio. Il presidente della Regione, Renzo Testolin, ha illustrato la strategia dell’amministrazione al Festival delle Regioni che si è svolto a Bari. "Il cambiamento climatico ci ha portato a confrontarci con situazioni molto delicate e molto pressanti che sono l'azzeramento del permafrost, quindi un'instabilità e una porosità della montagna, che la rende molto più fragile. E nei confronti della quale bisogna solo attrezzarsi con la sperimentazione, con la conoscenza ed enfatizzare ancora una volta i sistemi di monitoraggio che possono garantire le popolazioni a valle in merito a degli smottamenti e delle situazioni che sono sempre in agguato", ha spiegato Testolin durante l’incontro 'Azzeriamo le distanze: Una nuova Pubblica Amministrazione per la sfida ai cambiamenti climatici'. "Anche perché - ha detto il presidente della Regione - cambierà il regime della piovosità e della nivosità nel tempo, ci saranno delle dinamiche diverse da affrontare" rispetto alle quali occorre "guardare un po' più distante", a "una regimazione delle acque più funzionale al mondo moderno". Il presidente Testolin punta in particolare a una "polifunzionalità delle nostre dighe, dei nostri bacini di accumulo che possono essere usati per l'irrigazione, per l'innevamento artificiale delle nostre piste da sci, per la produzione di energia e quindi agevolare anche settori produttivi molto importanti per il nostro sistema, e nello stesso tempo fungere da laminazione per le grandi piogge e le grandi quantità di acqua che scendono in maniera improvvisa. Questo penso che sia il lavoro da mettere in fila da parte delle amministrazioni, a partire da quella dello Stato, per poi però delegare in maniera importante alle regioni e ai comuni, che sono i veri conoscitori del nostro territorio". Negli ultimi anni la Valle d’Aosta ha puntato molto sulla prevenzione. Dopo l’alluvione del 2000 e le sue vittime “è scattato qualcosa nell'amministrazione, nelle popolazioni, nelle comunità”, ha ricordato il presidente della Regione. Una pianificazione che “ci ha permesso di creare un sistema di briglie selettive, di monitoraggi che sono stati enfatizzati, sono cresciuti nel tempo, mettendoci a disposizione un sistema e una rete di controllo molto attenta e molto puntuale che ci ha, assieme a un po' di fortuna, agevolati il 29 e il 30 giugno scorsi, quando un'altra alluvione ha colpito due centri molto importanti della nostra piccola regione", Cogne e Breuil-Cervinia, "garantendoci nessun danno a persone". Una situazione resa possibile, ha spiegato Testolin, "da una tempistica di intervento molto accentuata, un'attenzione appunto ai fenomeni atmosferici, una capacità di predire le precipitazioni, i flussi di acqua che da monte scendono a valle e costituiscono i momenti di piena più importanti, per i quali bisogna attenzionare le popolazioni mano a mano che questa piena scende verso valle. Dall'altra parte però, c'è sempre qualcosa di imponderabile".
ANSAcom - In collaborazione con Regione Valle d’Aosta
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