Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
ANSAcom
ANSAcom - In collaborazione con
Esportare qualità al giusto prezzo, facendo squadra in tutta la filiera. E' questa la chiave del successo delle imprese dell'agroalimentare italiane come fanno sapere diverse realtà del settore presenti al Sial, il Salone internazionale dell'Alimentazione in programma a Parigi fino al 23 ottobre. Una manifestazione che, come ha detto Laurent Noel, direttore generale Divisione Network Comexposium "è una storia d'amore tra Francia e Italia, il più grande Paese partecipante", tanto da definirla 'il salone dell'Italia'.
"L'Italia è vista come un produttore di qualità e le aziende che la hanno mantenuta al giusto prezzo sono sul mercato", ha detto Rocco Colacchio presidente Confindustria Vibo Valentia, nel ricordare le difficoltà ad esportare negli ultimi 4 anni, tra Covid, caro energia, guerre e chiusura del Canale di Suez che fa lievitare i costi del trasporto, allungandone i tempi.
"Tutto questo lo stiamo affrontando dando una mano agli importatori - ha aggiunto Colacchio - stiamo abbassando un pò i nostri margini, anche perchè per il caro energia tutti i prodotti alimentari del mondo oggi costano dal 10 al 15% in più rispetto a 4 anni fa". Secondo Gennaro Velardo, vice presidente Edamus-Italian Food Village, "è l'unione che fa la forza, lo stare insieme ci dà una spinta in più. Abbiamo una cosa importante da affrontare che è il mercato: se ci arriviamo insieme, per quello che ci riguarda con industrie di conservazione, mercati ortofrutticoli e grande distribuzione, abbiamo una forza maggiore". Sulla stessa lunghezza d'onda Sabato D'Amico, Ceo del consorzio Tradizione Italiana, 17 aziende dell'eccellenza delle industrie italiane con un fatturato da miliardi, di cui il 45% dall'export, con 38 stabilimenti in quasi tutte le Regioni italiane. "E' chiaro che se andiamo insieme con al Grande distribuzione nel mondo possiamo offrire i nostri prodotti con una garanzia di soddisfare le esigenze dei mercati", ha detto D'Amico - siamo nati con l'obiettivo di andare insieme all'estero e portare il made in Italy e quindi la tradizione del 'fare italiano', del cibo made in Italy". Fare squadra anche soprattutto rendendo partner gli importatori: a pensarla così è Vincenzo Fiasconaro, responsabile Commerciale Italia Fiasconaro, realtà dolciaria siciliana presente in 52 Paesi nel mondo. "Negli ultimi anni non è semplice con i problemi che abbiamo avuto e continuiamo ad avere - ha detto Fiasconaro - ma con l'impegno di tutti, la costanza e con il fare squadra, anche soprattutto rendendo partner i nostri clienti, si riesce ad andare vanto con una certa tranquillità".
ANSAcom - In collaborazione con
Ultima ora