Un fucile jammer, per interrompere
qualsiasi segnale di comunicazione etere su tutto il perimetro
della casa di reclusione, è stato dato in dotazione agli agenti
penitenziari del carcere di massima sicurezza di Sulmona
(L'Aquila) dove, solo lo scorso anno, sono stati trovati e
sequestrati 110 telefoni cellulari. Lo strumento, in
particolare, permette di bloccare la gestione dei droni che
sorvolano la struttura carceraria. Il sospetto, infatti, è che
lo "spaccio" dei telefoni cellulari in carcere sia avvenuto
finora tramite i droni: il 24 aprile 2024 i carabinieri della
compagnia di Sulmona avevano colto sul fatto due napoletani di
25 e 60 anni. Il sequestro più importante, che non ha precedenti
in Abruzzo, risale allo scorso 18 dicembre con 40 telefoni
trovati nel corso di una retata.
"Il carcere di Sulmona, in realtà, è stato già oggetto di
prima sperimentazione che risale al 2022, dopo i primi
rinvenimenti. Sul tetto del carcere era stata infatti
posizionata la strumentazione per deviare i droni" ricorda il
sindacalista Mauro Nardella. Il carcere di Sulmona è finito,
insieme ad altri 19 penitenziari in Italia, nell'inchiesta
condotta dalla Dda di Napoli che ha accertato l'esistenza di un
traffico di telefonini e droga negli istituti penitenziari, con
relativo tariffario.
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