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Corte d'Appello L'Aquila, rischio è sottomissione Pm a esecutivo

Corte d'Appello L'Aquila, rischio è sottomissione Pm a esecutivo

Manfredi, negativo l'abrogazione dell'abuso d'ufficio

L'AQUILA, 25 gennaio 2025, 13:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La questione "della separazione delle carriere è certo progetto divisivo che vede contrapporsi una opposta idea delle funzioni e ruolo del Pm. E' innegabile che le ragioni a sostegno dell'intervento di riforma, al netto di polemiche strumentali e preconcette, è sorretta da argomenti certamente seri che pongono in risalto profili dell'attuale assetto ordinamentale, che sono ritenuti poco in sintonia con il modello processuale di tipo accusatorio e con il ruolo del Pm nel processo, che necessiterebbe di vedere rafforzato il ruolo di garanzia e autonomia del giudice, che si teme condizionato dalla posizione di colleganza con il Pm che del processo è parte. Si sostiene in pratica che vi è un nesso che corre tra ogni modello processuale e l'ordinamento all'interno del quale quel modello si inserisce e che il modello accusatorio non si coniuga con l'attuale assetto ordinamentale. Lo stato attuale determinerebbe un condizionamento ed appiattimento favorito, si sostiene, dalla colleganza che l'esperienza, specie per la fase delle indagini preliminari, dimostrerebbe". Alla luce del pensionamento del presidente della Corte di Appello, Fabrizia Francabandera, che ha concluso il suo mandato di otto anno, è il presidente vicario Aldo Manfredi, a presentare, oggi all'Aquila, la relazione sull'Amministrazione della giustizia nel distretto dell'Abruzzo.
    Nel suo intervento, l'alto magistrato, anche lui vicino al pensionamento, ha affrontato, mostrando perplessità in un discorso però equilibrato, della riforma della giustizia con il tema, caldo, in particolare della separazione delle carriere. Secondo Manfredi, si tratta di "argomenti, non ho remore a dirlo, certamente seri ed in parte condivisibili, non apparendo certo corretto addebitare a chi sostiene la ragioni di tale modifica ordinamentale (compresi autorevoli giuristi) l'obiettivo di sottomettere il Pm al controllo dell'esecutivo, forse auspicato da taluno, ma non certo dalla gran parte dei giuristi che sostengono con forza la riforma", anche se, ha sottolineato ancora, "invero, al di là di possibili retropensieri, se ci si confronta senza slogan preconcetti, con il dato normativo del DL Costituzionale, non può non rilevarsi che di tale paventato rischio non vi è traccia, allo stato, anche se, come vedremo, grosso è il rischio che quello sia l'approdo finale della riforma". Manfredi, tra le altre cose, ha considerato negativo l'abrogazione dell'abuso d'ufficio.
   

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