A quarant'anni dalla scomparsa di
Fulvio Muzi (1915-1984), protagonista della scena artistica e
culturale abruzzese del Novecento, il Museo Nazionale d'Abruzzo
lo omaggia con una mostra che resterà in allestimento sino all'8
dicembre.
La piccola ma significativa esposizione si sviluppa a partire
da tre dipinti del pittore presenti nelle collezioni del Museo
posti in dialogo con alcune opere e diversi documenti inediti,
concessi in prestito dagli eredi del pittore.
La mostra, visitabile alla sede Munda di via Tancredi da
Pentima, pone l'accento sull'attività di Muzi negli anni
Sessanta, un periodo di intenso studio e di riflessione politica
e sociale particolarmente fervido del percorso del pittore e
caratterizzato da interessanti sperimentazioni nell'ambito
dell'Informale e della Pop art. L'esposizione è stata presentata
questa mattina dai curatori Federica Zalabra, direttrice del
Munda, e Paolo Muzi, figlio dell'artista, è inserita nelle
Giornate europee del patrimonio 2024.
"L'idea della mostra - ha commentato Zalabra - è partita
proprio dalle tre opere di Muzi che abbiamo in deposito. Siamo
intervenuti con una serie di azioni di recupero e restauro. Poi,
intorno a queste tre abbiamo costruito il resto della mostra
grazie all'aiuto dell'associazione Muzi e degli eredi. Noi
andremo quindi a raccontare un periodo della vita di Muzi non
molto conosciuto dal punto di vista artistico che parte dagli
anni Sessanta, quindi un periodo di sperimentazione e un periodo
di prove che Muzi ha compiuto intorno alla sua arte, sulla scia
di quel fermento culturale di respiro internazionale che era
presente all'Aquila allora".
"Faremo riferimento - ha aggiunto - a due distinti filoni di
ricerca legati al suo percorso artistico di allora, lo studio
della materia e della figura con declinazioni diverse:
dall'informale, con materia corrusca, piena di pennellate
violente, con un colore bituminoso, giustapposto a una ricerca
più piana che, invece, si avvicina al mainstream dell'epoca che
era quello della pop art".
"Muzi, successivamente si allontanerà da queste
caratteristiche - ha concluso la direttrice del Munda - andando
ad abbracciare altri stili, in un percorso di continuo
rinnovamento che è stato un po' la sua caratteristica".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA