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È una specie protetta, timida e introversa, e sta vivendo un insolito per lui momento di popolarità nel bene e nel male
Un esemplare adulto è stato ferito nel golfo di Napoli da alcuni giovani bulli annoiati al mare, ma sempre tra le isole all'ombra del Vesuvio, un giovane della specie era in difficoltà ed è stato salvato dagli operatori ecologici degli spazzamare di Hester. (foto copertina di Michelangelo Ambrosini per gentile concessione)
Un’icona del mar Mediterraneo, sentinella della qualità ambientale. È il gabbiano corso, cugino del più esuberante gabbiano reale. Questa estate 2024 questa specie protetta sta vivendo un insolito per lui momento di popolarità: uno, adulto, è stato ferito nel golfo di Napoli da alcuni giovani bulli che, annoiati in vacanza, hanno viralizzato i social media con un video della loro bravata: dalle immagini si vede che prima hanno attirato gli uccelli con del cibo e poi si sono tuffati violentemente su di loro. Ma sempre nel golfo di Napoli, nei pressi della riserva naturale dell’isolotto di Vivara, tra Procida e Ischia, un giovane ‘corsino’ (così è stato ribattezzato) è stato salvato e poi curato grazie a una staffetta di volontari e istituzioni. Ma chi è il gabbiano corso? Dove vive? Perché è protetto e considerato una specie a rischio? In Puglia, nell’Area marina protetta (Amp) Porto Cesareo come in Campania, nell’Amp Regno di Nettuno e in quella di Punta Campanella, questo volatile timido e introverso, è al centro di diversi progetti di tutela e di valorizzazione e questo approfondimento Magazine lo racconta.
In Italia è riportata una popolazione di circa 1000 coppie di gabbiano corso ma frammentata in numerose piccole colonie riproduttive, questo fa assumere al nostro paese un elevato valore conservazionistico in quanto gli eventi di disturbo sulle singole colonie si ripercuotono sulla maggioranza della popolazione nidificante qui da noi. In Italia fino a 15 anni fa circa l’80% della popolazione nidificava lungo le coste incontaminate e le isole della Sardegna e dell’Arcipelago Toscano, nell’ultimo periodo si sta verificando uno spostamento verso Campania, Puglia e Sicilia che oggi ospitano cica la metà della popolazione italiana.
Come si evince dagli spostamenti sia su scala Mediterranea che solo Italiana, questa specie è molto vagile, gli individui possono superare i 20 anni di età, possono cambiare repentinamente il sito di nidificazione, in conseguenza ad un disturbo o alla mancanza dei requisiti trofici o ad altri fattori. Per cui ad esempio un gabbiano corso può nidificare dapprima in Sardegna, poi in Campiana e dopo in Puglia, questo vagabondare da siti forse non più idonei a siti probabilmente idonei, offre la possibilità di studiare cosa sta cambiando nelle “case abbandonate da questo ittiofago obbligato” e scoprire cosa sta cambiando sulle nostre isole, lungo la costa e nel nostro mare.
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Le alterazioni ambientali ed il disturbo possono avere gravi conseguenze anche nelle aree in cui i gabbiani pescano, dalle più gravi come la dispersione di idrocarburi in un’area chiave e quelle più subdole come gli effetti a cascata indotti dall’emergenza climatica. Il bycatch, di cui sono vittima ogni anno in Europa circa 200.000 uccelli marini, gabbiani compresi. Vittima di ami e reti utilizzate per catturare altro, ma non per questo meno letali. Inoltre, nelle aree in cui si pratica una pesca di frodo o comunque non sostenibile, la conseguente riduzione delle risorse ittiche possono influire sulla disponibilità di cibo e quindi sulla sopravvivenza dei giovani nati. Effetto negativo con altre specie, come ad esempio con il gabbiano reale, con cui ci può essere un certo grado di competizione per i siti di riproduzione, anche perché il reale si riproduce prima saturando in alcune aree i luoghi disponibili. Anche ratti e gatti possono avere un impatto predando uova o pulcini soprattutto nelle colonie lungo la costa, più protette da questa minaccia le nidificazioni sugli isolotti deserti.
Anche le malattie possono rappresentare una grave minaccia. In particolare il virus dell'influenza aviaria che portato di recente alla morte molti uccelli marini in Gran Bretagna con decine di migliaia di individui morti presso i siti di nidificazione. Tale malattia potenzialmente potrebbe essere una minaccia anche per il nostro gabbiano corso. L'inquinamento in senso generale, dall’ingestione di plastica e sostanze tossiche provenienti da cibo contaminato e metalli pesanti che bio-magnificano nella piramide alimentare marina, nella quale di gabbiano corsi e molti altri uccelli marini si pongono al vertice.
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L'Area Marina Protetta (Amp) Porto Cesareo è nata nel 1997 ed è una riserva marina dello Stato affidata a un consorzio costituito dai due comuni di Porto Cesareo e di Nardò, in provincia di Lecce. Si stende per 16.654 ettari e 32 chilometri di costa nella la zona più settentrionale del Mar Ionio limitata a Nord da Punta Prosciutto e a Sud da Torre Inserraglio, con tratti di costa sabbiosa alternati a tratti di litorale basso e roccioso, ricco di isolotti e scogli affioranti.
Questa Amp una delle poche a poter vantare, nonostante le sue notevoli dimensioni, la mappatura dei fondali che forniscono informazioni reali su tipologia, distribuzione ed estensione degli habitat. Il risultato di tale mappatura corrisponde al rilevamento di oltre 15 habitat differenti sui fondali con un elevatissimo grado di rappresentatività dei popolamenti sommersi del Mediterraneo. La notevole percentuale di copertura rilevata a Posidonia oceanica, a Coralligeno, e Grotte Sommerse, tre habitat sommersi di sicuro pregio ambientale e meritevoli di tutela. Di pregio ambientale, tale da meritare tutela, è anche il contesto dell'entroterra circostante l'Amp entro cui insistono due aree protette regionali: la Palude del Conte e duna costiera – Porto Cesareo e il Portoselvaggio – Palude del Capitano.
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Poco prima dell'estate 2024, sono stati avvistati una ventina di esemplari di gabbiano corso nell'Amp di Punta Campanella, tra Sorrento e Amalfi. Erano sull'isolotto di Vetara, un sito incontaminato e inaccessibile inserito nella zona A, a protezione integrale, dell'area. Il corso era stato spesso avvistato a Punta Campanella ma da qualche anno, però, non si avvistava una colonia cosi numerosa. "È una specie molto importante per la biodiversità e che arricchisce l'area marina protetta, da monitorare e tutelare al meglio" è stato il commento del presidente dell'Amp, Lucio Cacace -. L'importante è rispettare il regolamento del parco, che prevede Vetara come zona inaccessibile a protezione integrale, in modo da non recare disturbo ai Gabbiani corsi". Durante il monitoraggio sono state avvistate altre specie di uccelli marini: diverse garzette, marangoni e anche un ciurlo, specie che difficilmente si ritrova in queste zone.
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Aveva difficoltà persino a galleggiare con problemi all'ala destra il giovane esemplare di gabbiano corso nato nel 2024 e salvato da un operatore ambientale dagli spazzamare di Hester al largo della riserva naturale dell'isola di Vivara tra Procida e Ischia nell'area marina protetta (Amp) Regno di Nettuno. Una volta recuperato, il 'corsino' (così è stato ribattezzato) è stato aiutato con una staffetta di operatori, volontari e istituzioni con la collaborazione fondamentale della Guardia Costiera ed è stato portato a Napoli,al Centro recupero animali selvatici (Cras) di Napoli, per essere curato.
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Il gabbiano corso, nome scientifico Larus audouinii è l’unico gabbiano endemico del Mar Mediterraneo, questo lo rende una icona del Mare Nostrum e conferisce la responsabilità della conservazione di questa specie ai paesi costieri che affacciano su questo hotspot di biodiversità e di attività antropiche. È un gabbiano dall’aspetto elegante, un po' più piccolo ed esile de gabbiano reale (quello che nidifica nelle nostre città) ed è contraddistinto da un becco rosso corallo, una colorazione grigio perla delle parti dorsali che degrada nel bianco sia verso la testa e che verso la coda. Le zampe sono di un colore verde grigiastro molto simile a quello delle foglie d’ulivo, quasi a ribadire anche nei colori la sia natura mediterranea.
La specie per nidificare predilige aree le scogliere rocciose e piccole isole ad alto grado di naturalità in cui gli adulti che costituiscono la colonia possano trovare anche le risorse ittiche necessarie per allevare i piccoli. In Europa, è stimata una popolazione di circa 19.000 coppie, la maggioranza delle quali in Spagna. A fine degli anni novanta, il 90% della popolazione mondiale di gabbiano corso nidificava in territorio spagnolo, il 65% in solo due colonie. Dal 2010, è stato osservato un declino della popolazione all’interno del suo areale. Questa situazione ha portato le specie a essere classificate come "vulnerabile" nella Lista Rossa Globale dell'IUCN e ad essere elencate nell'Allegato I della Direttiva Uccelli. Un recente studio riporta per la Spagna attualmente solo il 60 % della popolazione mondiale.
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"Il gabbiano corso - spiega l'ornitologo Rosario Balestrieri della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli presso il Crimac ( Centro ricerche e ifrastrutture marine avanzate in Calabria) - vive in diversi contesti, nidifica a terra, si foraggia in mare, percorre lunghe distanze durante la migrazione. Le attività antropiche ed i loro effetti agiscono in ognuno di questi contesti determinando disturbo o tal volta la morte di un certo numero di individui, quindi per avere una visione d’insieme tesa a conservare al meglio le specie bisogna considerare queste criticità sono cumulative, per cui sarà ‘insieme degli effetti a determinare se il trend della popolazione sarà positivo o negativo. Alterazioni ambientali e disturbi presso i luoghi di nidificazione, può bastare un’imbarcazione in festa, a musica alta sotto la falesia sbagliata, quella in cui è presente una colonia, per allarmare gli adulti e indurre i giovani a lanciarsi in mare prima del tempo ed abbassare così le loro già scarse possibilità di sopravvivenza. Anche liberare il cane dal guinzaglio inconsapevolmente nei pressi di una colonia, può fare molti danni".
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Dimensioni: Il Gabbiano reale (Larus michahellis) è più grande e robusto del Gabbiano corso (Larus audouinii), con un'apertura alare che può raggiungere i 140 cm, contro i 120 cm di apertura alare del Gabbiano corso.
Piumaggio: Entrambi sfoggiano nell’adulto un piumaggio bianco e grigio, tranne che per le remiganti primarie (punta dell’ala), che presentano apici neri. Tuttavia, il Gabbiano corso ha il dorso grigio perla, mentre il Gabbiano reale è grigio argenteo.
Becco: Il tratto distintivo negli individui adulti è il becco: quello del Gabbiano corso è rosso corallo con la punta nera, mentre il Gabbiano reale ha un becco giallo con macchia rossa alla base.
Zampe: Anche le zampe differiscono: nel Gabbiano corso sono grigio verdastre, mentre nel Gabbiano reale sono gialle negli adulti e rosa/grigiastre nei giovani.
I giovani: in entrambe le specie gli individui dopo l’involo si presentano di colorazione – grigiastra, striata e punteggiata, con parti ventrali più chiare. Il becco a questa età è scuro per entrambe le specie ed anche le zampe non presentano significative differenze cromatiche, per cui l’identificazione è affidata alla siluetta ed alle dimensioni.
Dieta: Il Gabbiano corso è un abile pescatore in mare aperto, nutrendosi principalmente di pesce epipelagico. Il Gabbiano reale è più opportunista e plastico e si nutre di una varietà più ampia di prede, dai pesci di varia tipologia, agli uccelli, incluse anche carcasse, rifiuti e piccoli mammiferi come i topi ad esempio.
Comportamento sociale: In entrambe il nucleo riproduttivo è costituito dalla coppia inserita in una colonia piccola o grande, durante la fase di nidificazione allarmano collettivamente in caso di pericolo. Fuori del periodo entrambe le specie sono meno legare ad uno specifico territorio.
Voce: Il verso del Gabbiano corso è un suono nasale e gracchiante, mentre quello del Gabbiano reale è un grido più acuto e stridulante.
Habitat: Il Gabbiano corso predilige le zone costiere rocciose e le isole remote, lontano da disturbi umani. Il Gabbiano reale è più adattabile e frequenta anche porti, discariche e aree urbane in cui spesso nidifica sui tetti.
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Si ringrazia per la consulenza scientifica l'ornitologo Rosario Balestrieri, per le foto Michelangelo Ambrosini, e per i video l'Amp Regno di Nettuno
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