Alla ripresa oggi dell'anno
scolastico in Serbia dopo la pausa delle vacanze invernali, le
lezioni si sono tenute regolarmente in più dell'80% delle scuole
primarie e secondarie. A darne notizia è stato il premier Milos
Vucevic, che ha messo in guardia gli insegnanti e i dirigenti
scolastici intenzionati a proseguire la protesta politica, in
appoggio al movimento degli studenti universitari che da
settimane bloccano numerose facoltà e manifestano pressocchè
quotidianemente a Belgrado e in altre città del Paese. Parlando
al termine di un incontro con la ministra dell'istruzione
pubblica Slavica Djukic Dejanovic, il premier ha detto che da
domani scatterà una ispezione generale nelle scuole che, contro
la legge, attuano una sospensione delle lezioni e della regolare
attività didattica. E' inammissibile, ha osservato Vucevic, che
nelle scuole si faccia politica, privando i ragazzi
dell'insegnamento al quale hanno diritto e che è per loro di
enorme importanza. "C'è il parlamento, ci sono le piazze, ci
sono i media, è là che si parla di politica. Ma i ragazzi vanno
difesi dalla politica quotidiana e dalle varie dispute fra le
forze politiche", ha affermato il premier che ha fatto appello
in questo senso anche ai genitori. Nei giorni scorsi, durante la
pausa nelle lezioni, il governo ha concordato con i sindacati di
categoria aumenti salariali in due tranche per il personale
della scuola, ma parte del corpo insegnante si è mostrato
insoddisfatto, inducendo le autorità a ritenere che la loro sia
una protesta squisitamente politica, in appoggio alle
opposizioni che mirano alla rimozione dell'attuale dirigenza
accusata di scarsa democrazia, controllo dei media e mancati
successi contro la corruzione.
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