Le elezioni parlamentari del 9
febbraio prossimo in Kosovo saranno monitorate da una missione
di cento osservatori dell'Unione europea. Come si è appreso oggi
a Pristina, a guidare la missione sarà la eurodeputata francese
Nathalie Loiseau, per la quale tale missione conferma "il
continuo sostegno della Ue al Kosovo per rafforzare la sua
governance democratica".
Stando a ong locali, la campagna elettorale cominciata l'11
gennaio, è caratterizzata da una strenua lotta politica e
incitamenti all'odio. I quattro candidati alla carica di primo
ministro - il premier uscente Albin Kurti del movimento
Vetevendosje (Autodeterminazione), Bedri Hamza del Partito
democratico del Kosovo (Pdk), Lumir Abdixhiku della Lega
democratica del Kosovo (Ldk) e Ramush Haradinaj dell'Alleanza
per l futuro del Kosovo (Aak) - hanno concentrao le loro energie
sulla lotta politica interna e continue accuse reciproche.
Numerosi analisti e osservatori guardano a tali elezioni come
una prova di forza del premier Kurti e del suo partito, in una
situazione di elevata instabilita tra forti tensioni con la
minoranza serba nel Paese. Nessuno dei candidati alla guida del
nuovo governo ha posto nel proprio programma la normalizzazione
delle relazioni con la Serbia tra gli impegni principali. Un
tema questo sempre più vivo e scottante alla luce della
crescente contrapposizione interetnica, acuita dalla recente
chiusura di decine di uffici e istituzioni serbe in Kosovo, la
cui attività è ritenuta illegale da Pristina.
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