Le importazioni di gas naturale liquefatto dell'Ue sono diminuite del 16% nel 2024, raggiungendo 112 miliardi di metri cubi, il livello più basso dal 2021. E' il dato che emerge dal monitoraggio del mercato del Gnl realizzato dal think tank globale 'Institute for Energy Economics and Financial Analysis' (Ieefa), che individua nello sviluppo delle energie verdi, nelle politiche di riduzione della domanda di gas e l'aumento delle importazioni di gas tramite gasdotto le cause alla base del calo.
Sebbene le importazioni potrebbero aumentare del 17% nel 2025 (19 miliardi di metri cubi), il rapporto mette in guardia sul rischio che la domanda complessiva abbia già raggiunto il picco, per cui l'Ue dovrebbe tenerne conto nei futuri investimenti. Un monito che arriva mentre Bruxelles sta valutando di aumentare le importazioni di Gnl statunitense per scongiurare il pericolo dei dazi. Stando al rapporto, quasi la metà (45%) delle importazioni in Ue nel 2024 proveniva dagli Stati Uniti, in calo del 17% dall'anno prima. Risultano invece in aumento del 18% quelle provenienti da Mosca.
Nel complesso i Ventisette hanno speso 36 miliardi di euro per le importazioni di gnl tra gennaio e novembre 2024, di cui 16,2 miliardi di euro per il gas liquefatto statunitense e 6,3 miliardi di euro per quello russo. Il calo della domanda si accompagna a una riduzione del tasso di utilizzo dei terminali di Gnl, inferiore al 40% per la metà dei rigassificatori in territorio europeo. Di fronte alla crisi energetica, diversi Stati membri hanno investito nell'espansione della propria capacità di rigassificazione costruendo nuovi terminali: tra 2021 e 2024, conclude il rapporto, la capacità è aumentata del 29%; tuttavia, la crescita prevista del 60% entro il 2030 potrebbe portare a un utilizzo solo del 30%.
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