I sussidi Ue ai combustibili fossili, in particolare quelli importati, “continuano a gravare pesantemente sulle economie europee”. E’ l’avvertimento che lancia la Commissione europea pubblicando il 28 gennaio un rapporto sui sussidi statali all’energia, stimando in 111 miliardi di euro quelli mobilitati a favore delle fossili nel 2023. La quota risulta inferiore al picco di 136 miliardi di euro registrata nel 2022, in risposta alla crisi energetica, ma continua a essere più elevata rispetto ai 60 miliardi del 2021.
Una quota che "se abolita", osserva Bruxelles, “libererebbe importanti risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate per rafforzare la sicurezza energetica dell'Europa, ridurre i disavanzi pubblici e accelerare la transizione verso l'energia pulita". Stando ai piani nazionali dei 27 per l'eliminazione graduale delle sovvenzioni ai combustibili fossili, meno della metà (il 43 %, pari a 48 miliardi di euro) dovrebbe scadere prima del 2025, un altro 9 % (10 miliardi di euro) tra il 2026 e il 2030, mentre per il restante 48% (53 miliardi di euro) non è stata stabilita una scadenza o è stata fissata dopo il 2030. Molti Stati membri, ricorda ancora la Commissione europea, non prevedono una data di scadenza delle sovvenzioni energetiche, in particolare per quelle previste dal codice tributario, dalla normativa finanziaria o dal bilancio nazionali.
Dal report emerge inoltre che anche le sovvenzioni alle energie rinnovabili sono in calo: da 83 miliardi di euro nel 2021 (per la prima volta dal 2015), a 68 miliardi di euro nel 2022 e a 61 miliardi di euro nel 2023. Una evoluzione che Bruxelles riconduce principalmente ai "prezzi elevati sul mercato all'ingrosso dell'energia elettrica, che hanno ridotto le sovvenzioni versate nell'ambito degli strumenti dinamici di sostegno basati sul mercato man mano che le energie rinnovabili diventavano più competitive, dimostrando il loro ruolo nella riduzione dei prezzi dell'energia". I commissari per il clima Wopke Hoekstra, e per l'energia, Dan Jørgensen, hanno la responsabilità di elaborare una tabella di marcia per "ridurre ulteriormente ed eliminare gradualmente l'uso dei sussidi ai combustibili fossili, anche nel contesto del prossimo quadro finanziario pluriennale".
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