Un quadro politico "affidabile" post 2030, una proposta legislativa per accelerare le autorizzazioni alle rinnovabili e dar vita a uno standard per i prestiti 'verdi' dell'Ue per finanziare la ristrutturazione delle case. Queste le principali raccomandazioni alla futura Commissione europea che undici Stati membri, Roma compresa, hanno raccolto in un documento informale in vista della nuova riunione del gruppo degli 'amici delle rinnovabili', che si è tenuta il 15 ottobre a margine del Consiglio Ue Energia a Lussemburgo.
A firmare i ministeri dell'ambiente e dell'energia di Italia, Austria, Danimarca, Grecia, Malta, Portogallo, Germania, Cipro, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi. Per dare vita a un quadro politico post 2030, la richiesta è quella di rivedere la direttiva sulle energie rinnovabili (Red III) per il periodo successivo al 2030, "garantendo una maggiore flessibilità e tenendo conto del contesto internazionale", si legge nel documento. L'esecutivo comunitario, stando al documento, dovrebbe inoltre "presentare una proposta legislativa mirata per una direttiva sull'accelerazione delle autorizzazioni per le fonti energetiche rinnovabili e per le infrastrutture energetiche", nonché ridurre la burocrazia per le rinnovabili e le reti elettriche e dell 'idrogeno. Nel documento si concentra anche sull'idrogeno e sulla necessità di aumentare i finanziamenti alle rinnovabili.
I ministri firmatari, per la prima volta, suggeriscono a Bruxelles di sviluppare uno "standard volontario per i prestiti verdi dell'Ue" simile allo standard per i green bond, "per far leva sul mercato bancario e a orientare gli investimenti verso le energie rinnovabili e il risparmio energetico", oltre che "sostenere il finanziamento dell'ondata di rinnovamento", ovvero la ristrutturazione energetica degli edifici richiesta da Bruxelles. I ministri puntualizzano che trattandosi di "uno standard volontario, non comporterebbe un ulteriore onere normativo".
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