Costruire un'industria a zero emissioni per rispondere alla domanda, sempre più alta, di tecnologie pulite. Da Bruxelles è arrivato il 27 maggio il via libera definitivo al 'Net-Zero Industry Act', la prima legge che vincola il continente a produrre tra i suoi confini il 40% del fabbisogno annuo di materiali clean-tech necessari alla transizione green entro il 2030 e a raggiungerne il 15% del valore di mercato su scala globale.
Una risposta made in Europe di Bruxelles - sempre più stretta tra la concorrenza cinese e il maxi piano di sussidi statunitensi da 370 miliardi di dollari, l'Inflation Reduction Act (Ira) - che eleva anche il ruolo del nucleare. "La domanda" di tecnologie green "è in crescita in Europa e nel mondo, e ora siamo in grado di soddisfarne una parte maggiore con un'offerta europea", ha sintetizzato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, promotrice un anno fa del Piano industriale per il Green Deal, di cui il 'Net-Zero Act' è pilastro centrale.
Il regolamento individua un elenco di tecnologie strategiche che godranno di permessi accelerati e potranno ricevere finanziamenti Ue. E tra loro - dopo lunghi mesi di negoziati dominati dal braccio di ferro tra Parigi e Berlino - trova un posto di rilievo anche l'atomo, determinando la vittoria della linea francese. Insieme alle tecnologie per la fissione nucleare e al ciclo del combustibile nucleare, nell'elenco figurano anche i pannelli solari, le pale eoliche onshore e le tecnologie per le energie rinnovabili offshore; batterie e stoccaggio dell'energia, ma anche pompe di calore e idrogeno.
Gli Stati membri sono sollecitati - senza obblighi vincolanti - a sviluppare le valli industriali a zero emissioni, ovvero raggruppare le attività industriali dello stesso tipo per ridurre l'impatto ambientale. Sul regolamento, per quanto innovativo, pesa tuttavia il nodo delle risorse: il Net-Zero Act non dispone di alcun nuovo impegno finanziario da parte dell'Ue. Di fatto, Bruxelles si limita a incoraggiare i governi a utilizzare i proventi ricavati dal nuovo mercato Ue del carbonio, il sistema Ets di scambio delle emissioni che traduce in pratica il principio 'chi inquina paga'. Dopo la firma da parte dei co-legislatori di Parlamento e Consiglio, il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea ed entrerà in vigore il giorno della pubblicazione.
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