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L'Ue ai 27: "Investire contro le alluvioni, rischio stress idrico"

L'Ue ai 27: "Investire contro le alluvioni, rischio stress idrico"

La Commissione a lavoro sulla futura strategia per la resilienza idrica. Vedi l'infografica dell'Ednh

Bruxelles, 19 febbraio 2025, 21:04

Redazione ANSA

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L 'Ue ai 27: "Investire contro le alluvioni, rischio stress idrico" - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'Ue ai 27: "Investire contro le alluvioni, rischio stress idrico" - RIPRODUZIONE RISERVATA

Promuovere il riuso delle acque, contrastare prelievi illegali e sfruttamento delle falde sotterranee e tener conto dei costi delle alluvioni sui bilanci nazionali, usando le assicurazioni come strumento di adattamento ai cambiamenti climatici. Sono queste alcune delle raccomandazioni formulate dalla Commissione europea ai 27 Stati membri contenute in una serie di relazioni sullo stato dei bacini idrici, delle inondazioni e delle misure marittime negli Stati membri, in modo da individuare le criticità e lavorare alle soluzioni che confluiranno nella futura Strategia Ue per la resilienza idrica che l'esecutivo europeo presenterà nel secondo trimestre dell'anno.

"Le nostre acque devono affrontare sfide significative, dall'inquinamento alle minacce per l'approvvigionamento idrico, fino all'insufficiente preparazione alle alluvioni: dobbiamo intensificare gli sforzi per costruire la resilienza idrica", ha incalzato Jessika Roswall, commissaria per l'Ambiente incaricata da Ursula von der Leyen di occuparsi della futura strategia.

 

Le acque dell'Ue restano inquinate, con meno del 40% dei corpi idrici in buono stato ecologico, ovvero con bassi livelli di impatto delle attività umane, e soltanto poco più del 26% in "buono stato chimico", il che significa che i valori soglia rilevanti per le sostanze come mercurio e altri inquinanti tossici o inquinanti da agricoltura non vengono superati. Siccità e scarsità d'acqua mettono alla prova le riserve idriche dell'Ue mentre il rischio di un aumento delle inondazioni è considerato elevato. Nonostante i "progressi" osservati nella gestione delle alluvioni - che interessano ormai con sempre più frequenza anche l'Italia - Bruxelles raccomanda alle capitali di migliorare la "capacità di pianificazione e amministrazione e investire adeguatamente nella prevenzione delle alluvioni", puntando sul ripristino degli ecosistemi e soluzioni basate sulla natura, nonché le misure di preparazione come i sistemi di allarme rapido in caso di crisi. 

IN ITALIA - Scarsità d'acqua e siccità sono riconosciute dall'Ue come un "problema serio" in Italia, colpendo da qualche anno "in modo significativo, la produzione agricola, la navigazione interna, l'approvvigionamento idrico pubblico e la produzione di energia (termica e idroelettrica)". "L'impatto della siccità è destinato ad aumentare nei prossimi anni, poiché gli effetti del cambiamento climatico si faranno sentire sempre di più", si legge nel report dedicato all'Italia.

All'Italia si raccomanda di aumentare la propria resilienza ai cambiamenti climatici, anche considerando sistematicamente soluzioni basate sulla natura per aumentare le riserve idriche e bilanciando le esigenze di adattamento con gli impatti sull'idromorfologia dei corpi idrici. La scarsità d'acqua non è però ricondotta solo agli effetti dei cambiamenti climatici in aumento ma anche ad azioni dell'uomo: secondo i numeri del rapporto, circa il 77% dei corpi idrici sotterranei soffre di scarsità d'acqua a causa delle "pressioni di estrazione" da parte di acquedotti pubblici, industria, agricoltura, allevamenti ittici, energia idroelettrica, acque di raffreddamento e circa tre quarti dei corpi idrici sotterranei che rischiano di non raggiungere un buono stato quantitativo entro il 2027. Le estrazioni sono considerate una "pressione significativa" anche per circa il 26% del totale dei corpi idrici superficiali".

L'inquinamento da agricoltura rappresenta per l'Italia la causa principale di pressione delle acque di superficie, con oltre un terzo dei corpi idrici del Paese interessati. Il report dedicato all'Italia osserva che le "principali pressioni sui corpi idrici superficiali" segnalate dall'Italia sono l'inquinamento diffuso da agricoltura e dalla gestione delle acque reflue urbane, su cui il Paese resta indietro nell'attuazione delle norme Ue. Nonostante un aumento riconosciuto dall'Ue come "costante" negli ultimi dieci anni dei terreni adibiti al biologico (17%), l'inquinamento diffuso da agricoltura - dovuto all'uso intensivo di nutrienti e pesticidi, insieme allo sfruttamento delle acque - rimane una "sfida" che l'Italia deve affrontare per migliorare qualità e quantità delle acque, trovandosi sempre più spesso a dover affrontare fenomeni di siccità e scarsità d'acqua.

Al Paese si raccomanda, tra le altre cose, di stimare "in modo trasparente" gli obiettivi di riduzione dell'inquinamento da nutrienti e pesticidi. Non solo agricoltura: l'inquinamento da cattiva gestione delle acque reflue urbane resta la seconda pressione "significativa" che interessa un quarto dei corpi idrici superficiali. L'Italia, ricorda la Commissione europea, è in ritardo rispetto alla media europea nell'attuazione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, con solo il 56% delle acque reflue urbane trattate secondo i requisiti delle norme Ue (la media europea è del 76%) e con alcune carenze nelle infrastrutture necessarie per il trattamento delle stesse.

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