LONDRA - Apertura dell'Ue all'ipotesi di un possibile accordo doganale "paneuropeo" allargato anche al Regno Unito del dopo Brexit come parte di quel "reset" delle relazioni che il governo laburista britannico di Keir Starmer - al potere da luglio dopo 14 anni di governi conservatori - auspica per alleggerire barriere e regolazioni commerciali. A segnalarla, sullo sfondo delle sfide ai commerci internazionali della nuova amministrazione americana di Donald Trump, è un'intervista alla Bbc di Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione per le relazioni inter-istituzionali e le prospettive strategiche, incaricato del dialogo con Londra.
Sefcovic, rispondendo a una domanda al riguardo a margine del suo intervento ieri al Forum Economico di Davos, ha affermato che Bruxelles potrebbe "prendere in considerazione" l'idea dell'inserimento del Regno in "un'area doganale paneuropea". A patto che, nell'ambito di un reset, l'isola aderisca alla Convenzione Pan-Euro-Mediterranea (Pem): accordo di cooperazione con altri partner esterni all'Unione, sia europei sia nordafricani, che prevede alcune regole comuni per consentire il libero passaggio di materiali e componenti attraverso i confini.
Il vicepresidente della Commissione ha sottolineato peraltro come "la palla sia in campo britannico" e spetti a Londra decidere se entrare o meno a far parte della Pem, accettandone i vincoli normativi in cambio di una facilitazione degli scambi. Prospettiva che secondo la Bbc è oggetto di consultazioni fra Downing Street e rappresentanti del business britannico, ma su cui l'esecutivo "non ha ancora preso una decisione finale". Il premier laburista ha più volte evocato la volontà di "un reset" l'Ue, pur insistendo di non voler rimettere in discussione in alcun modo la Brexit, né l'uscita del Regno dal mercato unico o dal circuito della libera circolazione delle persone.
Il ministro incaricato del dossier del post Brexit ha tagliato corto poco dopo. "Non abbiamo alcuna intenzione" di rientrare in qualunque unione doganale, ha detto.
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