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Lavorare sempre, il guaio delle vacanze lavorative dilaga

Lavorare sempre, il guaio delle vacanze lavorative dilaga

Trend workation, cultura del sempre attivo e altri disastri che minano i rapporti

25 agosto 2024, 08:05

di Agnese Ferrara

ANSACheck
Un business man lavora in una foresta al mattino foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un business man lavora in una foresta al mattino foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

La precarietà non c’entra e neanche chi fa la libera professione. Anche chi ha le ferie retribuite e svolge lavori come dipendente, in vacanza lavora durante la villeggiatura, anche minando i rapporti con il partner e la famiglia. Attesta il trend del ‘lavorare sempre’ una nuova ricerca internazionale ( cura di Movchan Agency) secondo cui le vacanze lavorative sono in aumento, il trend workation (che unisce le parole inglesi "work" e "vacation") è sempre più evidente e perfino sciupa-famiglie: il 39% ammette di lavorare a volte mentre è in vacanza, mentre il 15% afferma di farlo frequentemente. Circa il 34% delle persone lavora in vacanza perché ama il proprio lavoro. Tuttavia, cosa preoccupante, il 26% lo fa perché il capo lo esige e il 29% teme di perdere il lavoro. Quando sono assenti, il 33% delle persone riceve regolarmente messaggi di testo dai colleghi che interrompono il loro relax, mentre il 29% riceve e-mail e il 7% è infastidito dai messaggi sui social media. Circa il 28% ammette perfino di aver litigato con il proprio partner a causa del lavoro in vacanza, mentre il 70% ha avuto problemi di salute mentale come burnout e depressione. Allo stesso modo, due terzi hanno avuto problemi di salute fisica come mal di testa e dolore cronico.

Se una volta erano i manager ed i liberi professionisti a pensare al lavoro sempre ora lo siamo un po’ tutti, complici i dispositivi elettronici che con un click ci fanno ritornare ai nostri doveri. La tecnologia quindi mina il riposo e invita a controllare la posta, dare una sbirciatina a circolari e note, rispondere alle e-mail e ai messaggi, programmare in anticipo compiti e fare avanzare progetti. Siamo perciò di fronte ad un cambio di scenario con il modello di lavoro cronico sempre più popolare con la diffusione del telelavoro e delle tecnologie digitali che permettono di essere sempre connessi e da qualsiasi luogo.

La difficoltà a ‘disconnettersi’ alla professione riguarda anche gli italiani: il 65% degli over 45enni e del 47 per cento di chi ha tra i 21 e i 25 anni. Gli insegnanti (il 73% dichiara di non disconnettersi mai completamente dal lavoro) superano gli avvocati (il 71% di loro lavora anche in vacanza) in quanto a restare sempre coinvolti con gli impegni lavorativi, attesta un recente sondaggio svolto su oltre 20.000 lavoratori  da Fishbowl di Glassdoor, social network internazionale per la ricerca del lavoro e community di professionisti.  Cosa perseguita i lavoratori in spiaggia o mentre fanno trekking sulle vette? “E’ la cultura del ‘sempre attivo’ , si legge nell’indagine. – Nonostante l’importanza riconosciuta del riposo, molti professionisti faticano a trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata”.

 “Una volta una vacanza significava una tregua dallo stress del posto di lavoro. Tuttavia, quel biglietto per il relax è stato cancellato, si legge nella ricerca. - Oggi, portiamo il nostro lavoro con noi, accedendo al nostro lavoro in qualsiasi momento e consentendo ai colleghi di contattarci ovunque ci troviamo. Case, sentieri e spiagge sono diventati un'estensione dell'ufficio e nessuna destinazione è troppo lontana per rispondere a qualche e-mail o firmare alcune cifre”.

“Riformulare quindi il periodo di ferie come ‘riposo produttivo’ aiuterà a non sentirsi in colpa per il tempo libero, riconoscendo che il riposo è essenziale per la produttività a lungo termine, – spiega Alessandro Da Col, top voice di LinkedIn, mindset ed executive coach e co-fondatore dell’Accademia ‘crescita personale Meritidiesserefelice’. - Riuscire a disconnettersi completamente dal lavoro durante le ferie è fondamentale per tornare rigenerati e pronti ad affrontare nuove sfide. Il riposo non è un lusso, ma una necessità per il nostro benessere e la nostra produttività”.

Ecco sei suggerimenti dell’esperto per imparare a riposarsi in vacanza e stare alla larga dagli impegni professionali:

1.       Organizzare il lavoro prima di andare in vacanza

Siamo agli sgoccioli ma c’è ancora tempo per pianificare e completare le attività importanti prima della partenza e, se necessario, delegare compiti ai colleghi che rimarranno in ufficio durante la tua assenza.

2.       Stabilisci confini chiari

Definire chiaramente i confini tra lavoro e tempo libero, comunicandoli ai colleghi e rispettandoli rigorosamente. I confini non mostrano solo rispetto per se stessi, ma anche per gli altri. Se si continua a lavorare durante le vacanze si potrebbe, anche involontariamente, incoraggiare gli altri a fare lo stesso. “Non trasformare la vacanza in una workcation, - precisa Da Col.

3.       Disconnettersi dai dispositivi tecnologici

Il compito più difficile, quello di limitare l’uso di smartphone e di altri dispositivi tecnologici come pc e tablet ed evitare di controllare le mail di lavoro. La tecnologia però ci permette di farlo impostando messaggi di risposta automatica comunicando l’assenza.

4.       Programma attività piacevoli

Pianificare attività che appassionano, come escursioni, letture, sport ed hobby che in inverno non si ha il tempo di praticare aiuta a non lavorare, favorisce il benessere e la rigenerazione.

5.       Coltiva relazioni

Allargare lo sguardo, dedicare tempo a familiari e amici, trascorrendo del tempo con loro. Le relazioni personali sono essenziali per la salute psicofisica. In vacanza si cerca l’isolamento ma le relazioni, organizzate nei tempi che preferiamo, sono una risorsa.

6.       Pratica la Mindfulness

Meditazione, yoga o semplicemente passeggiate nella natura favoriscono la riduzione dello stress. “La mindfulness ci aiuta a vivere il momento e a ridurre le tensioni accumulate, - precisa Da Col

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