Anelli, ciondoli, collane, bracciali, perfino spille e stemmi ‘da cappello’. C’era una volta l’orecchino portato dai ragazzi. Siamo adesso all’uso smodato di gioielli di ogni genere, monili anche in maxi formati (ma leggerissimi perché stampati in 3D), tutti pensati per il mondo maschile. Anche lui infatti adora i gioielli rivoluzionando lo stile imperante che, dal 19esimo secolo in poi, ha imposto un minimalismo predominante nella moda per lui. Dopo ‘the suit’, il completo dai colori neutri, fatto su misura e privo di ogni ornamento, ecco la svolta. O meglio, si potrebbe dire, il recupero di ciò che gli uomini più facoltosi dei secoli scorsi indossavano eccome: i gioielli, che ora ritornano e si indossano perfino col frac o lo smoking. Impensabile che Cary Grant, simbolo di eleganza e lusso minimal, indossasse anelli e collane sul doppiopetto, oppure sulla camicia ben stirata, accuratamente abbottonata ed infilata nei pantaloni con cintura coordinata. L’eleganza non prevedeva alcun dettaglio fuori posto. Ora invece l’uomo brilla di nuovo splendore grazie ai nuovi ornamenti di lusso. La gioielleria da uomo è stata al centro di un focus per gli addetti ai lavori riuniti i giorni scorsi a Vicenzaoro, il più salone europeo dedicato all'oreficeria, alla gioielleria e all'orologeria.
I trendsetter e i designer della gioielleria più seguiti nel mondo garantiscono che gli uomini saranno stregati dai nuovi gioielli, progettati appositamente per loro. Le nuove generazioni li indossano già, mostrando oltre agli orecchini anche dita piene di anelli, braccia e collo riccamente decorati da bracciali e collane. Esattamente come accaduto con i tatuaggi, bijoux e pezzi unici di alta gioielleria, saranno presto sdoganati diventando accessori sfoggiati dagli uomini di tutte le età.
“Dal 1400 in poi gli uomini indossavano anelli alle dita e catene al collo anche con grossi pendenti con gemme importanti, come simbolo di ricchezza, stato e religione, - spiega Amanda Triossi, storica del gioiello, romana di nascita e studi alla Cambridge University, un passato da Sotheby e Bulgari, collaborazioni con VBH, Pomellato, Vhernier, Van Cleef & Arpels e membro della Gemmological Association of Great Britain (Fga). – Con il Rinascimento le catene sono diventate multiple, gli anelli più grandi e sono comparsi i gioielli per i cappelli, ovvero gli stemmi, accessori riservati solo agli uomini. Erano medaglioni fissati al bordo del cappello, anche dotato di anellini per fissarli. In oro e argento, con iscrizioni circolari sui bordi tanto da indicarne il possessore, ornamenti emblema di Stato o di famiglia. Inoltre gli ‘aiglets’, puntali di metalli preziosi e gender fluid perché adatti sia alle donne che agli uomini, usati per fissare punti degli abiti ed evitare che pizzi e stoffe si stropicciassero”.
Nel 17esimo secolo spuntano fili di perle, catene sempre più lunghe e pennacchi per i cappelli da uomo. “Erano piume con gioielli o gioielli stessi che simulavano la forma della piuma, con rubini, smeraldi e diamanti” precisa Triossi. - Dal boom dei diamanti in poi, accaduto nel 1700 con le scoperte dei giacimenti brasiliani, gli uomini ne indossavano una grande quantità”. Poi sono seguiti i gioielli ‘funzionali’ con le fibbie per le calzature e per i pantaloni, i bottoni per le giacche ricoperti di diamanti o con topazi e materiali vetrosi.
“Nel 19esimo secolo tutto cambia, - conclude Triossi. – Il minimalismo e la semplicità nell’abito maschile diventano predominanti. Colori neutri, abiti su misura, impeccabili e privi di ogni ornamento superfluo fino ad oggi, al ‘the suit’ di Thom Browne. Al massimo un anello o un bottone particolare. Siamo ora di fronte ad una rivoluzione con la riscoperta di collane, anelli, braccialetti, spille anche per abiti formalissimi, dal frac allo smoking. Siamo al superamento delle norme classiche e di genere, dove l’autenticità e la creatività trovano nuovo spazio e i gioielli da uomo conquistano il mercato, come ad esempio le collezioni per lui di Dolce e Gabbana, Tiffany e Chaumet”.
Artigianalità, innovazione e tecnologia ingegneristica sfornano gioielli impensabili una volta, anche in maxi formati ma leggerissimi grazie alle metodiche di stampa 3D che levano ai monili fino all’80% del peso. “I maxi gioielli rischiano di essere pesanti e le nuove tecnologie ci vengono in aiuto, - spiega Damiano Zito, ingegnere, chairman e Ceo della Progold Spa. “La tecnologia supporta l’arte orafa. Tra lo stampaggio in 3 D, la metodologia brevettata 'nanoparticel jetting' risulta ad oggi la più precisa e performante. Queste tecnologie permettono di mantenere il volume dei maxi gioielli alleggerendone il peso dell’80% perché sfornano strati 10 volte più sottili ma anche leghe più resistenti ai graffi”.
Tra le idee più creative l’anello ‘cloud ring’, fatto di bronzo, argento, oro, agata, titanio e zaffiri, inoltre la maschera per gli occhi ‘black veil’ ad effetto ‘illusione’ (no gender) che si ispira alle foglie dell’acero secco con diamanti. Entrambi ideati e prodotti artigianalmente dall’art jewellery designer cinese Richard Wu, con anni di esperienza a New York, studi anche in Italia per conoscere l’arte della gioielleria e ritorno in Cina nel suo laboratorio di Suzhou, ai confini con Hong Kong. “Sono anche un intagliatore di giada e incastonatore di gemme, - precisa Richard Wu, presente a Vicenzaoro. – mixo la cultura orientale con quella occidentale riscoprendone i simboli antichi e le tradizioni. Durante il lockdown ho progettato orecchini a crisalide, una rete leggera dorata a forma di bozzolo contenente un bruco. Studio la mia eredità cinese mixandola con l’innovazione e la contemporaneità”.
I nuovi gioielli si fondono anche con i tatuaggi e stregano le nuove generazioni. E’ il caso di Livia Lazzari, jewerly designer di Roma, proprietaria del brand ‘di rottura’ Voodoo jewels, dal design indie. Lazzari realizza veri e propri gioielli talismano che riflettono la personalità dei clienti perché creati insieme a loro grazie ad un nuovo modus operandi. “Mescolo le tecniche tradizionali con la tecnologia e l’innovazione creando gioielli artigianali imperfetti, perché la bellezza è imperfetta, la perfezione ha stufato ed è frustrante, - sottolinea la designer. – Non impiego modelle o modelli per le mie pubblicità ma faccio street casting. Le mie creazioni sono customizzate al massimo, li progettiamo insieme ai clienti, svolgiamo eventi immersivi comuni e a chi fa acquisti offriamo un piccolo tatuaggio come simbolo di comunità”.
A Vicenzaoro in mostra un tripudio di gioielli per lui delle principali marche, come ad esempio le nuove collezioni maschili dei brand Zancan, Akillis, Binder, Bakarà, Anteo, Misani, K di Kuore, Fope, Orotech Firenze, Fullord e Marina B. Tra le novità anche le nuove collezioni ‘fluide’, per lei o per lui con anelli, collane, bracciali e gemelli dei brand Fope (con un sistema brevettato, Flex'it, che rende la maglia elastica grazie a microscopiche molle in oro 18 carati inserite nella trama), inoltre dei marchi Akillis Paris e Anteo. Segue la collezione Eternity Titanium e Couture di catene, ciondoli ed anelli del brand di alta gioielleria per uomo Zancan e la collezione Grand Tour del brand Misani Milano.
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