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ANSAcom - In collaborazione con Locarno Film Festival
Una carriera di oltre 25 anni, dall'intenso Lucía y el sexo (2001) di Julio Medem (per cui vince il premio Goya), al successo in commedia negli Usa con Spanglish, a fianco di Adam Sandler; da Parla con lei e Gli amanti passeggeri di Pedro Almodovar alla heist series non lineare (per gli episodi non c'era un ordine definito di visione) di Netflix Caleidoscopio (2023). Paz Vega che come attrice alterna da sempre autori e storie per il grande pubblico (ha lavorato fra gli altri, anche con i fratelli Taviani, Vicente Aranda, Frank Miller, Oliver Parker, Michele Placido, Danis Tanovic, Jada Pinkett Smith, Oliver Dahan) firma la sua opera prima da regista. E' il dramma famigliare Rita che ha avuto il suo debutto in prima mondiale al Locarno Film Festival in Piazza Grande. “Dal primo giorno in cui sono arrivata su un set sono stata curiosa di comprendere cosa succedesse intorno a me – spiega Vega in conferenza stampa -. il lavoro dell'attore è molto individuale, mentre su su un set ci sono le sinergie che si creano, le energie, i team al lavoro, la velocità, i problemi da risolvere, l'adrenalina. Tutto questo, mi ha subito affascinato”. Tant'è che “quando finisco le mie scene, spesso resto per vedere quali saranno le decisioni del regista. E nella mia testa mi faccio il mio film”. La storia che qui mette in scena è ambientata nella Siviglia del 1984. Al centro del racconto ci sono Rita (Sofía Allepuz) e Lolo (Alejandro Escamilla) fratello e sorella, di 7 e 5 anni, che appartengono a una famiglia della classe operaia. L’intero Paese è nel pieno della febbre del calcio dopo che la Spagna si è qualificata ai quarti di finale degli Europei. Le vacanze estive stanno iniziando, e Rita sogna di andare al mare, ma a decidere è solo il padre (Roberto Alamo) e per lui guardare le partite è la priorità, la sua parola è legge. Uno stato di cose che la bambina inizia a mettere in discussione, quando si rende conto che la sua casa sta diventando sempre meno sicura, soprattutto per sua madre (Paz Vega). L'unica via di fuga per Rita è la sua immaginazione. L'idea di lavorare con dei bambini protagonisti è stato “un bellissimo rischio” commenta Paz Vega e si è rivelata “una meravigliosa esperienza, perché ho conosciuto dei bambini talentuosi, che sanno ascoltare, che hanno avuto fiducia in me e hanno reso tutto il film incredibile”.
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