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Trasformare il proprio corto thriller/comedy creato per entrare all'American Film Institute in un lungometraggio in cui esplorare tutte le possibilità di scelta per l'inaspettata protagonista: una timida e giovane sarta a domicilio che si ritrova apprendista criminale per caso.
È il consiglio che l'oggi 23enne Freddy Macdonald ha avuto da uno dei suoi idoli, Joel Coen, rimasto conquistato da quella prova da studente. Così è nato Sew Torn, che dopo aver entusiasmato critica e pubblico al Sxsw Festival di Austin debutta al Locarno Film Festival in Piazza Grande.
Macdonald, che firma la sceneggiatura insieme al padre (condividono anche il nome, Fred, ndr), spiega che è cominciato tutto "dal voler mettere al centro della storia un affare di droga finito male e una sarta, anche perché avevo l'immagine del filo rosso come richiamo al sangue - racconta il giovane cineasta -. Quando ho saputo che Joel voleva parlarmi ero in ansia, perché abbiamo preso così tanti spunti dai Coen… essere incoraggiato da lui è stato fantastico".
La trama rielabora il concetto di Sliding doors, cioè come possa cambiare la vita a seconda di una decisione presa in un determinato momento. Nel film, ambientato tra le Alpi svizzere, seguiamo Barbara (la rivelazione Eve Connolly), ventenne che ha ereditato dalla mamma, scomparsa in modo traumatico, il lavoro di sarta a domicilio e una vecchia 500 turchese. La ragazza, che non ha ancora elaborato il lutto, non riesce a tenere in piedi l'attività. Uno dei pochi lavori che le viene offerto la porta un giorno su una stradina fra i boschi, in mezzo allo scontro fra due criminali, con vicino una valigetta piena di soldi. Tre le possibili scelte: compiere il delitto perfetto, ignorare l'accaduto o chiamare la polizia (in questo caso una sceriffa/giudice di pace/ notaia a cui dà volto una grande caratterista del cinema Usa, K Callan). Scenari che comunque rivelano la brillantezza di Barbara, capace di geniali trovate anche nel modo di utilizzare il filo da cucire fra arresti, delitti, pistole, e criminali feroci.
L'ambientazione in un villaggio svizzero è nata "perché mi piaceva l'idea di creare in un luogo così bello, una cittadina fittizia dove tutti in qualche modo sono bloccati, dove le montagne diventano soffocanti" spiega il regista. Nonostante le diverse scelte "resettino" il destino dei personaggi, Macdonald porta la protagonista verso una crescita: "Barbara - dice Eve Connolly - è anche un personaggio malinconico, che compie un percorso interiore fino a vivere una liberazione".
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