Ucraina, dalla miccia alla tragedia
Il Paese un campo di battaglia. Sullo sfondo il braccio di ferro tra Mosca e Europa
Alla fine del 2013 l'Ucraina è un campo di battaglia. Le proteste scoppiano quando il presidente filorusso, Viktor Yanukovich, non firma l'accordo di associazione con la Ue e rilancia le relazioni economiche con la Russia. In migliaia si riversano per le strade di Kiev e la May Dan diventa il simbolo della rivolta.
- 18 Febbraio: Violenze nella capitale ucraina, occupati i palazzi istituzionali, diversi morti negli scontri
- 22 febbraio: L'ex presidente Viktor Ianukovich in fuga dopo la destituzione da parte del Parlamento di Kiev
- 6 aprile 2014: due settimane dopo l'annessione della Crimea alla Russia, manifestanti filo-russi si impadroniscono degli edifici pubblici a Kharkiv, a Donetsk e a Lugansk, le principali città delle regioni dell'est, che confinano con la Federazione russa dove vive la più alta concentrazione di russi e russofoni
- 7 aprile: i separatisti filorussi proclamano la "Repubblica sovrana" a Donetsk
- 11 maggio: referendum sull'indipendenza nelle regioni di Donetsk e Lugansk, con massiccia vittoria dei 'sì'. Kiev e i Paesi occidentali giudicano il referendum 'illegale'
- 24 maggio: muore il fotoreporter italiano Andrea Ronchelli, colpito da un mortaio a Sloviansk
- 25 maggio: elezioni presidenziali in Ucraina, vince l'oligarca filo-occidentale Petro Poroshenko
- 14 giugno: un aereo da trasporto militare ucraino viene abbattuto dai separatisti (49 morti). Durante i 5 mesi di conflitto diversi aerei militari di Kiev vengono abbattuti
- 27 giugno: l'Ucraina sigla un accordo di associazione con l'Unione europea provocando la reazione furibonda di Mosca. Nel novembre 2013 l'allora presidente Viktor Ianukovich aveva rinunciato a firmare lo stesso accordo, innescando l'insurrezione che lo defenestrò in febbraio
- 17 luglio: distruzione in volo sui cieli dell'est ucraino di un aereo di linea Boeing della Malaysia Airlines, che cade nel territorio controllato dai ribelli: 298 morti
- 29 luglio: da Ue e Usa nuove sanzioni economiche contro la Russia accusata di sostenere e armare i separatisti, dopo quelle decise tra marzo e maggio
- 7 agosto: la Russia decide di porre l'embargo sulla maggior parte dei prodotti alimentari importati da Ue e Stati Uniti come risposta alle sanzioni degli occidentali.
- 31 agosto: Vladimir Putin per la prima volta evoca lo status di "stati" per le regioni separatiste.
- 4 settembre: si apre il vertice nato a Newport (Gb) a cui partecipa anche Poroshenko.
- 5 settembre: a Minsk, Bielorussia, si riunisce il "gruppo di contatto" sull'Ucraina (i rappresentanti di Kiev, Mosca, dei separatisti e dell'Osce). Viene firmato un accordo per un cessate-il-fuoco.
- 17 ottobre: al vertice dell'Asem a Milano Putin l'incontro tra Angela Merkel, Petro Poroshenko e Vladim Putin. Le posizioni rimangono distanti
- 30 ottobre: Petro Poroshenko vince le elezioni presidenziali a Kiev
- 30 ottobre: A Donetsk vincono i separatisti filo-russi e viene eletto Alexander Zaharchenko