ROMA - "Ritengo sia arrivato il momento di chiarire alcune cose rispetto a quanto accaduto sabato, 22 marzo, a margine della presentazione del mio ultimo libro: il gesto che ho compiuto appartiene ad una mia gestualità familiare, e mi sono reso conto, vedendo le riprese, di aver trasportato quasi meccanicamente quel gesto in un ambito diverso". Lo dice in una nota l'ex premier Romano Prodi. "Ho commesso un errore e di questo mi dispiaccio, ma è evidente dalle immagini e dall'audio che non ho mai inteso aggredire, né tanto meno intimidire la giornalista", ha affermato l'ex presidente della Commissione europea.
"Questa vicenda mi offre l'occasione per una riflessione che forse è utile: penso sia un diritto di ciascuno, non importa affatto quale ruolo abbia ricoperto nella vita, rivendicare la propria storia e la propria onorabilità e non accettare, come un destino inevitabile, la strumentalizzazione e persino la derisione dilaganti, anche grazie alla potenza della Rete", ha sottolineato. "Come se un'intera vita non contasse, come se il futuro non esistesse", si legge ancora nel comunicato.
"Ho assistito nella mia lunga vita a grandi crisi, ma non ho mai vissuto momenti come quelli degli ultimi mesi: il messaggio di Donald Trump è semplice, sta tentando di minacciare la democrazia dentro gli Usa e fuori lanciando decreti contro l'equilibrio dei poteri e sul fronte estero minacciando il Canada, la Groenlandia", ha poi detto durante la sua conferenza al moderno club privato, TheMerode. "Dobbiamo approfittare di questo momento come Europa per recuperare il nostro ruolo morale", ha aggiunto Prodi.
"Dobbiamo organizzare un esercito europeo", ha insistito. "Senza gli Usa e senza la Nato so che è difficile e serviranno molti anni soprattutto sul fronte dell'intelligence ma dobbiamo cominciare questo processo: dico no a rafforzare 27 sistemi di difesa ma averne uno forte e comune", ha continuato.
"La tragedia della democrazia è che pensa al breve termine, che agisce con lentezza: le dittature invece pensano sulla base di lunghissime scadenze", ha detto ancora. "La Cina ragiona su tempi lunghissimi, direi sull'eternità, la Russia pure, e lo stesso spera Trump: noi dobbiamo cercare di lavorare in modo più rapido su progetti a lungo termine", ha continuato.
Prodi si è detto "molto preoccupato "del rapporto transatlantico, perché l'America è sempre stata figlia dell'Europa". "È nata così, con i primi presidente americani con cui ho avuto a che fare, con i Bush c'era proprio un'intesa, raccontavamo le stesse barzellette, e poi c'è stata questa progressiva divisione fino ad oggi e la cosa mi preoccupa molto".
"Con Roberta Metsola c'è stato un bel dialogo. Il progetto di una Università del Mediterraneo è grande, bello, difficile, però c'è stato un dialogo molto caloroso", ha detto ancora. "C'è proprio l'idea di creare una generazione mediterranea che non solo abbia studiato, ma abbia vissuto", ha detto alla stampa nella mattinata a margine dell'incontro.
"È chiaro che il peso maggiore finanziario non può che essere europeo, il Parlamento presenterà una prima l'idea per il progetto pilota e poi spero partirà quello vero", ha insistito. "Pensate che lo presentai nel 2002 e non fu discusso in Commissione perché i paesi del Nord non erano proprio interessati: dicevano di no, che sono progetti inutili, ma adesso con le migrazioni, con le tensioni, con l'arrivo di Russia e Turchia nel Mediterraneo, invece c'è un'adesione molto più forte", ha evidenziato.
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