Ripristinare la fertilità del suolo
dopo le terribili alluvioni del maggio del 2023 e poi anche del
settembre del 2024, che hanno distrutto i campi nel Ravennate,
passando attraverso lo studio dei dati del territorio, la
classificazione del suolo e il supporto dei dati satellitari. A
supporto degli agricoltori romagnoli e dei tecnici italiani
anche ricercatori dell'Università californiana UC Davis.
L'obiettivo è quello di fornire strumenti concreti agli
agricoltori per poter ridare vita alle coltivazioni, soprattutto
seminativi, orticole, frutticole e vigneti, migliorandone le
caratteristiche chimiche e l'ossigenazione, e rilanciare
coltivazioni e produzioni.
Dopo lo studio iniziale dell'effetto dei cambiamenti
climatici, e dopo la mappa dei diversi livelli di intensità di
impatto, è partita la terza fase del progetto che provede il
confronto dei dati. Una volta validati, questi risultati
aiuteranno gli esperti a fornire nuove strategie e pratiche.
La ricerca è frutto dell'accordo tecnologico tra Timac Agro
Italia (riferimento nel settore della nutrizione vegetale) e
l'Università americana Uc Davis. Progetto scaturito dalle
collaborazioni con il Consorzio Agrario di Ravenna, e Apimai
Ravenna, l'associazione che raduna gli Agromeccanici della
Romagna e parte del Bolognese, e che si è avvalso del supporto
scientifico del Centro Mondiale dell'Innovazione di Groupe
Roullier a Saint Malo, in cui rientra Timac Agro Italia.
Dai dati raccolti risulta che le aree principalmente colpite
sono aree arabili non irrigate (seminativi e orticole) per oltre
18mila ettari del totale di quelle impattate dall'alluvione;
5.420 di aree con cicli colturali misti. Su queste aree, il
totale degli ettari colpiti dall'alluvione per gli eventi del
2023 e del 2024 è di quasi 24mila ettari, di cui 17.320 solo nel
2023. Il livello di impatto è stato calcolato su una scala che
va da 1 a 3: 13.564 ettari hanno avuto la classe di impatto 1;
7.677 ettari classe 2 e 2.306 ettari di impatto 3. Le aziende
agricole attive nel Ravennate ammontano ad oggi a seimila unità,
di cui il 3,6% è rappresentato da imprese giovanili.
"Una partnership - afferma Pierluigi Sassi, ad di Timac Agro
Italia - che si pone l'obiettivo di ripristinare la produttività
di un importante comprensorio agricolo del Paese non solo per il
valore espresso dal suo tessuto socioeconomico ma anche per la
capacità di resilienza che ha dimostrato".
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